Nuovi dati di prevalenza dei Disturbi dello Spettro Autistico: uno studio danese.

E’ stato recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista JAMA  uno studio sui dati di prevalenza dei Disturbi dello Spettro Autistico nella popolazione danese.

Recentemente, l’agenzia nazionale di protezione della salute degli Stati Uniti (US-Center for Disease Control and Prevention) ha riportato una prevalenza (percentuale di casi rispetto alla popolazione generale) di Disturbi dello Spettro Autistico dell’1.68% tra i bambini di 8 anni di età nell’anno 2014, in significativo aumento rispetto agli anni precedenti. Tale dato arriva fino al 2.47% se si prendono in considerazione i report dei genitori, sempre secondo indagini statunitensi sulla salute nazionale. Rielaborando il dato, si tratterebbe di 1 bambino su 40: la prevalenza dei Disturbi dello Spettro Autistico (ASD) sta raggiungendo numeri molto elevati ma sono necessari studi longitudinali, che arrivino all’età adulta, per confermarla.

Due ricercatrici danesi, Diana Schendel ed Erla Thorsteinsson, dell’Aarhus University (Lundbeck Foundation Initiative for Integrative Psychiatric Research, iPSYCH), hanno recentemente pubblicato i risultati di uno studio osservazionale1 condotto sulla popolazione danese a partire dal 1980 fino al 2016 allo scopo di misurare l’incidenza cumulativa dei Disturbi dello Spettro Autistico (per incidenza cumulativa, in ambito statistico, si intende il numero di casi osservati in un dato periodo di tempo rapportato alla popolazione presente dall’inizio del periodo considerato). Il gruppo di ricerca ha preso in esame tutti i nati vivi in Danimarca dal 1980 al 2012, ed ha valutato quanti di loro hanno ricevuto una Diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico dalla nascita al 2016: su un totale di 2.005.928 individui, hanno ricevuto diagnosi di ASD 31.961 persone. I soggetti ASD sono stati divisi in coorti biennali per anno di nascita, e per ogni gruppo è stata calcolata l’incidenza cumulativa della diagnosi a 4, 10, 16 e 22 anni. L’incidenza massima è risultata del 2.80% all’età di 16 anni, nella coorte relativa agli anni 2000- 2001: il 3.89% dei soggetti era di sesso maschile ed il 1.66% di sesso femminile. Analizzando i dati per l’incidenza ai 10 anni di età, si evidenzia come ci sia un andamento in crescita nel numero di casi, via via che si considerano bienni più recenti (ad esempio, 1.16% a 10 anni nel 2000-2001 contro l’1.65% dei nati nel 2006-2007).

Secondo le ricercatrici, in base al trend evidenziato dallo studio, c’è da aspettarsi che quando i nati nel 2006-2007 avranno 16 anni, la percentuale di soggetti ASD sarà superiore al 2.80%. L’aumento dell’incidenza osservato nei primi anni di vita (4-10 anni) è da ascriversi ad un miglioramento avvenuto nel corso degli anni nei servizi di diagnosi precoce; il riscontro di nuovi casi durante l’adolescenza e in età adulta (16-22 anni) riflette probabilmente la complessità del fenotipo ASD, nonché le differenze nello sviluppo comportamentale individuale e le difficoltà familiari e della comunità nel riconoscimento delle caratteristiche proprie della condizione.

Questo lavoro ha evidenziato che i risultati nella popolazione danese sono sovrapponibili ai dati statunitensi; il follow-up fino all’età adulta dimostra che non c’è una fascia di età in cui il numero di nuovi casi raggiunge un livello stazionario, ma che invece l’incidenza continua a crescere all’aumentare dell’età anagrafica. È evidente quindi come la nuova sfida della salute pubblica sia sostenere e supportare i soggetti ASD lungo l’intero corso della loro vita.

Fonte: Schendel D.E., Thorsteinsson E., Cumulative Incidence of Autism Into Adulthood for Birth Cohorts in Denmark, 1980-2012, Research Letters, JAMA November 6, 2018

 

 

 

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