Correlazione tra Disturbi dello Spettro Autistico ed esposizione in epoca prenatale a farmaci

La comprensione degli effetti dei farmaci sul feto in sviluppo rappresenta, ad oggi, un argomento di grande interesse.

Tuttavia, poiché solitamente le donne incinte sono escluse dai trial clinici, gli effetti dell’esposizione prenatale ai farmaci maggiormente commercializzati rimangono, ad oggi, non del tutto chiari. Pertanto, recenti studi di letteratura scientifica, nell’intento di definire sempre meglio la natura dei fattori ambientali che possono influire sullo sviluppo del sistema nervoso, hanno focalizzato la loro attenzione sulla comprensione del ruolo dell’assunzione di alcuni farmaci sul neurosviluppo durante la gravidanza.

Negli anni, infatti, diversi studi epidemiologici hanno evidenziato un’associazione significativa tra l’esposizione prenatale ad antidepressivi e anticonvulsivanti ed effetti avversi nella prole, sostenendo l’ipotesi che l’interferenza precoce con i principali sistemi di neurotrasmissione, cioè sulle “vie di comunicazione” tra neuroni (nello specifico, i sistemi serotoninergico, glutammatergico e GABAergico) potrebbe sottendere ad alcune alterazioni del neurosviluppo, tra cui l’Autismo. Tuttavia, gli studi condotti fino a oggi, non hanno tenuto in considerazione che i risultati potrebbero risentire, oltre che dell’influenza diretta del farmaco, anche di quella indiretta della diagnosi materna di base per la quale viene avviato lo stesso trattamento farmacologico. Inoltre, le principali ricerche si sono focalizzate su una gamma limitata di farmaci, principalmente antidepressivi e anticonvulsivanti.

Un recentissimo studio condotto da un gruppo di lavoro dell’Ichan School of Medicine at Mont Sinai di New York, nell’intento di superare tali limiti metodologici, ha studiato l’associazione tra il rischio di Disturbo dello Spettro Autistico e l’esposizione prenatale ai farmaci neurotropi in un ampio campione di popolazione, al fine di comprendere l’effetto indipendente di alcune categorie farmacologiche (in totale 55) sul neurosviluppo, in base alla loro specifica azione su determinati sistemi neurotrasmettioriali, a prescindere dall’indicazione terapeutica materna.

Di fatti l’obiettivo consisteva nel testare quale sistema neurotrasmettitoriale alterato, tramite agenti farmacologici, fosse associato al rischio più o meno elevato di Autismo. Il campione includeva il 35,6% dei bambini nati in Israele da Gennaio 1997 a Dicembre 2007 (totale di 96249 bambini, tra i quali 1405 casi di Autismo) seguiti in follow up fino al Gennaio 2015.

I risultati dello studio hanno mostrato che nessun farmaco delle categorie prese in considerazione era associato in modo indipendente e significativo ad un aumentato rischio di Autismo. In accordo con i precedenti dati di letteratura, infatti, le uniche due categorie di farmaci associate ad un aumentato rischio di Disturbo dello Spettro Autistico erano l’Acido Valproico e gli Antagonisti del recettore alfa nicotinico, entrambi usati nel trattamento dell’epilessia. Tuttavia, non è chiaro se l’effetto osservato sia attribuibile ai meccanismi che causano di per sé l’epilessia o sia piuttosto un effetto indipendente del farmaco.

In conclusione, non tenendo in considerazioni le diagnosi di base delle mamme gestanti, gli studi attualmente disponibili dimostrano che nessun farmaco è strettamente associato allo sviluppo di Disturbo dello Spettro Autistico e che, la maggior parte dei farmaci neurotropi utilizzati dalle donne durante la gravidanza, non influenza di per sé il rischio di Autismo nella prole attraverso un effetto diretto sui sistemi neurotrasmettitoriali.

 

Fonte: Association of Autism Spectrum Disorder With Prenatal Exposure to Medication Affecting Neurotransmitter Systems. Janecka et al. JAMA Psychiatry. 2018 Dec 1;75(12):1217-1224. doi: 10.1001/jamapsychiatry.2018.2728.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *